• Follow us on Twitter
  • Join our Facebook Group
  • RSS
la Costituzione ride, ma è una cosa seria close

JusBox

  • Improptus
  • il sofà di mezzanotte
  • Request for comments
  • Hangout

Tag Archive for: 96

Il segreto pandemico

in profstanco / by Gian Luca Conti
30/04/2020

Il segreto pandemico

Qualche giorno fa, si è provato a indagare il complesso rapporto fra principio di precauzione e segreto di Stato.

Quelle pagine sono state lungimiranti: in effetti, pochi giorni dopo, il ministro della Salute, Roberto Speranza è stato convocato dinanzi al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica).

Non è dato sapere che cosa ha spiegato al Comitato parlamentare, il cui resoconto sommario non racconta molto. Anche se dice che il ministro è stato ascoltato per due ore, che non sono poche e non è frequente che un ministro per la Salute sia convocato dal Copasir.

Ci si deve, quindi, chiedere se le notizie “vere” sulla pandemia siano o meno oggetto di un segreto di Stato (o comunque di una “riservatezza” di Stato) e stupisce che non ci sia stata sul punto, in un Parlamento per niente indifferente al sindacato ispettivo, una interrogazione, magari a risposta immediata o una interpellanza, magari urgente da parte dell’Aula di Palazzo Madama o Montecitorio.

Il punto, però, è un altro.

Le notizie “vere” sulla pandemia potrebbero essere tenute riservate per due opposti ordini di ragioni. Da una parte, il Governo potrebbe ritenere che queste notizie, se di dominio pubblico, potrebbero scatenare il panico fra la popolazione. In questo caso, la riservatezza potrebbe non essere irragionevole, anche se discutibile la sua trattazione da parte del Copasir e non dall’aula, magari riunita, come si usa in tempo di guerra, senza resoconto stenografico e con vincolo di segretezza.

Dall’altra parte, le  notizie “vere” potrebbero essere molto meno pessimistiche di quelle che i bollettini della protezione civile diffondono di giorno in giorno, con una attendibilità statistica che è stata posta in dubbio fin dai primi giorni della pandemia, quando il presidente dell’ISTAT ha dichiarato che la cosa migliore, sul piano della attendibilità scientifica, sarebbe stata selezionare dei campioni significativi della popolazione e verificare su questi campioni l’andamento del virus.

In questo caso, il Governo, anzi il Presidente del Consiglio dei Ministri, avrebbe tenuto segrete delle notizie che, in realtà, rivelano un reato perché l’aver sospeso le libertà costituzionali dell’intera popolazione per sessanta interminabili giorni, impedendo lo svolgimento di elezioni e consultazioni referendarie, costituisce qualcosa di vicino all’attentato alla Costituzione se non viene più che congruamente motivato e la motivazione regge alla prova dei fatti.

Sotto questo aspetto, vi è da rammentare che il segreto di Stato, ai sensi dell’art. 39, legge 124/2007, può essere apposto anche sui fatti che possono integrare il reato di attentato alla Costituzione (l’art. 39 esclude dal segreto di Stato gli artt. 282, 416 bis, 416 ter, e 422, c.p. non l’art. 283); che, in questo caso, il responsabile dell’attentato alla Costituzione sarebbe il Presidente del Consiglio dei Ministri; che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha il potere di apporre il segreto di Stato (art. 39, quarto comma, legge 124); che è il Presidente del Consiglio dei Ministri che riferisce al Copasir in materia di segreto di Stato (art. 34, legge 124).

In altre parole, il capo del Governo può apporre il segreto di Stato su fatti che costituiscono il fondamento di un attentato alla Costituzione, anche nel caso in cui l’attentato alla Costituzione sia stato commesso dallo stesso capo del Governo.

Naturalmente, sarebbe una situazione sudamericana, alla quale nessuno vuole neppure pensare.

Quello che invece si deve pensare, con ragionevole prudenza e un alto senso delle istituzioni, è se colui che ha governato una situazione di emergenza ricorrendo all’antica e perigliosa categoria degli arcana imperii, possa anche gestire l’assai più delicata fase della ricostruzione. Perché un’unica cosa è davvero sicura in questo contesto: che la pandemia lascerà il paese in ginocchio, alla pari di un conflitto mondiale, e non è necessario il mestiere di storico per rammentare che i fondi per la ricostruzione dopo l’ultimo conflitto mondiale hanno consentito alla Democrazia Cristiana di costruire un consenso clientelare durato oltre trent’anni.

Egualmente non è necessario il mestiere dell’indovino per immaginare che questa sia la vera partita del futuro, una partita su cui l’affrettata conferenza stampa del Presidente del Consiglio dei Ministri di domenica 27 aprile ha già inteso mettere una seria ipoteca.

Si dirà che Conte è solo, che dietro di sé non ci sono partiti politici, come si è dimostrato anche nel caso delle ultime nomine governative, quando Conte è dovuto tornare indietro e rispettare le indicazioni provenienti dai suoi sponsor.

Ma, sempre con il mestiere dell’indovino, non è difficile immaginare che l’ambizioso capo del Governo possa trovare un partito e gli ultimi movimenti di Forza Italia, con la quale l’antropologia del Presidente del Consiglio dei Ministri vanta non pochi punti in comune, potrebbero andare esattamente in questa direzione.

D’altra parte, se la partita vera è la gestione dei fondi per la ricostruzione, non si può pensare che il partito nato dall’eredità spirituale del peggior craxismo se ne tenga sdegnosamente lontano.

Pecunia non olet, direbbe un avvocato di campagna.

La responsabilità ministeriale del Geco

in profstanco / by Gian Luca Conti
20/02/2019

Salvini non ha dormito tranquillo prima che si svolgesse la consultazione sulla autorizzazione a procedere nei suoi confronti sulla piattaforma Rosseau.

Non ha dormito tranquillo, come ha comunicato a tutti gli italiani che lo seguono, compreso il sottoscritto, perché un geco ha invaso la sua cucina.

Questo non ha impedito alla consultazione di svolgersi regolarmente, di consigliare ai membri a cinque stelle della Giunta delle elezioni e delle autorizzazioni del Senato di negare l’autorizzazione a procedere, sia pure con una maggioranza che ha evidenziato una certa divisione nel movimento.

Si dice che la piattaforma non avrebbe dovuto influenzare i parlamentari e sul piano delle astratte forme costituzionali l’art. 67, Cost. sta a ricordare che i membri del Parlamento rappresentano la nazione senza vincolo di mandato.

Questo è vero sempre.

Come è sempre vero che la piattaforma Rosseau rimedia a quell’inconveniente della democrazia rappresentativa, che vede il corpo elettorale sovrano solo nel momento in cui vota, noto sin dai tempi di Rosseau, appunto.

La vera questione però riguarda l’essenza del reato ministeriale e dell’autorizzazione a procedere prevista per questo tipo di reati.

Si dice che è un’autorizzazione a procedere in cui il Parlamento valuta se l’iniziativa del giudice penale sia diretta a condizionare l’esercizio della rappresentanza politica e il corretto divenire del processo di governo.

Il nodo, in questo caso, è il fumus persecutionis e cambiando tutto quello che c’è da cambiare non siamo lontani dall’art. 68 e dai suoi dintorni.

Nei reati ministeriali, però, vi è di più perché la formula costituzionale “reati commessi [dai ministri] nell’esercizio delle loro funzioni” può essere anche interpretata come reati collegati all’azione di governo e quindi coperti dalla relazione di fiducia fra Parlamento e governo.

Il voto sull’autorizzazione a procedere di cui all’art. 96, Cost. non è quindi un voto che riguarda un conflitto fra un ministro e un pubblico ministero che lo sospetta di avere commesso un reato.

E’ un voto sul conflitto fra la legge penale e l’azione di governo, in cui il Parlamento è chiamato a stabilire se quei determinati fatti che astrattamente possono essere considerati reati possono essere considerati irrilevanti sul piano penale perché coperti dalla ragion di Stato e giustificati dalla relazione di fiducia fra il Parlamento stesso ed il governo.

Si comprende allora il voto della piattaforma Rousseau: un gruppo parlamentare può rivolgersi ai propri elettori per sapere se quel governo risponde alle loro aspettative e questo voto non è molto diverso da quello sul contratto di governo.

Ovviamente, poi, se la piattaforma Rousseau funziona come pare che funzioni, Salvini ha assolutamente ragione ad essere preoccupato più dei gechi che delle autorizzazioni a procedere.

L’ultima resa (a proposito di un conflitto presentato dal Gruppo PD del Senato)

in profstanco / by Gian Luca Conti
31/12/2018

Confl.poteri-8-2018-ammiss.

1 – L’ultima resa, come si conviene a una guerra d’altri tempi, è di un parterre de roi.

Ha il sapore di una resa il ricorso per conflitto di attribuzioni presentato dal gruppo parlamentare del PD al Senato con l’assistenza di alcuni fra i maggiori costituzionalisti del Paese (Caravita, Cecchetti, De Vergottini, Falcon, Lucarelli, Onida e la Randazzo), molti dei quali non collegati al PD da nessuna affinità politica.

Si chiede alla Corte di annullare la legge di bilancio perché approvata per mezzo di un maxi emendamento che, quando è stato discusso, era stato presentato da poco più di sette ore, non era sostanzialmente stato esaminato in Commissione e pensare che i Senatori abbiano avuto il tempo e il modo di comprenderne il contenuto è esercizio di spericolato ottimismo.

Lo si chiede con forza perché questa volta la prevaricazione delle prerogative parlamentari è stata particolarmente evidente.

Ma è costretto a chiederlo alla Corte costituzionale ammettendo quindi che gli organi chiamati a tutelare le prerogative parlamentari, ovvero, in questo caso, la Presidenza del Senato e la giunta del regolamento, non sono in grado di farlo.

Il ricorso per conflitto, in altre parole, ha come presupposto l’incapacità dell’autonomia del Parlamento di salvaguardare l’indipendenza e la funzionalità del sistema della rappresentanza.

Questo significa arrendersi perché la Corte non è solo un ultima fortezza. E’ soprattutto un istituto che opera come garanzia per le istituzioni che non hanno la capacità di trovare spazio nel sistema con la legittimazione che deriva dalla loro capacità di autonomia.

Il bisogno di giustizia costituzione nasce nel momento in cui una istituzione non riesce a giustificare la propria esistenza e cerca nella giurisprudenza costituzionale lo spazio per difendersi dalle aggressioni degli altri poteri.

E’ un’ammissione di debolezza e nello stesso tempo la ricerca nella giurisprudenza della Corte di quello che si dovrebbe riuscire a ottenere con l’autorevolezza della propria autonomia.

Read more →

Per la discussione sull’ILVA (Provocazioni in un caso che non ne ha bisogno)

in News / by Michele Massa
22/12/2012

Del caso ILVA sono piene le cronache. Coordinate giuridiche più precise si possono ricavare dalle pronunce giudiziarie (in particolare, quella del Tribunale di Taranto, in funzione di giudice del riesame, del 20 agosto 2012); dal decreto-legge n. 207 del 2012 e dagli atti del procedimento parlamentare per la sua conversione in legge, compresi i dossier del Servizio Studi della Camera (tutti reperibili nell’apposita scheda); dai primi commenti scientifici, in particolare quelli editi nel sito Diritto penale contemporaneo (ultimo in ordine di tempo l’accurato saggio di Giuseppe Arconzo, accanto al quale il sito riporta i collegamenti agli altri). Di seguito una scaletta di punti scritti non per asserire tesi (lo faremo, se mai, nel preannunciato hangout), né per riassumere i materiali (un appunto di sintesi potrà essere trasmesso a chi, tra i partecipanti all’hangout, lo desidererà), ma per provocare la discussione.

Read more →

Popular
  • Primarie e democrazia interna dei partiti: per cosa sono...25/11/2012 - 22:26
  • Ilva Hangout – Call to the arms18/12/2012 - 18:19
  • Aborto libero per non morire03/01/2008 - 12:20
Recent
  • Morire in Toscana o in Puglia? (Non si risolve il tribaco...07/02/2025 - 17:57
  • Il pubblico ministero di Calamandrei (A proposito di separazione...26/01/2025 - 11:41
  • Profumo di Sangiuliano04/09/2024 - 18:36
Comments
  • Marco AntoniottiQueste sono sottigliezze che i più perdono e gli "ordinari...29/09/2017 - 14:24 by Marco Antoniotti
  • glcontiUn maestro è una persona che ha l'autorevolezza per formare...29/09/2017 - 13:49 by glconti
  • Marco Antoniotti"Ha investito tutta la sua energia intellettuale seguendo...29/09/2017 - 13:31 by Marco Antoniotti
Tags
1 2 3 8 13 17 19 20 21 24 27 32 48 49 51 55 56 57 58 62 63 64 65 66 67 68 70 72 81 82 83 85 87 88 90 92 94 95 96 97 117 118 134 138 139

Ultimi argomenti

  • Democracy Crunch20/11/2012 - 12:30
  • Apologo Freddo20/11/2012 - 12:00
  • Six Pack20/11/2012 - 11:30
  • La Prima Volta Del Parla. UE20/11/2012 - 11:00
  • Rafforzare La Ownership…20/11/2012 - 10:30
  • Consolidare 1466 / 199720/11/2012 - 10:00
  • Le Sanzioni20/11/2012 - 09:30
  • A Markers Drived Policy…20/11/2012 - 09:00
  • La Parte Dissuasiva Del PSC20/11/2012 - 08:30

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

SEZIONE

  • Impromptus
  • Il sofà di mezzanotte
  • Request for comments
  • Hangout

Categorie

  • News
  • profstanco
  • Senza categoria

Archivi Impromptus

Per collaborare con Jusbox o per informazioni

Contattaci

On board

Staff
© Copyright - JusBox - Wordpress Theme by Kriesi.at