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la Costituzione ride, ma è una cosa seria close

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L’Ufficio di Presidenza al Senato: si comincia bene?

in profstanco / by Gian Luca Conti
29/03/2018

1 – Ieri è stato eletto l’Ufficio di Presidenza del Senato.

La notizia che ha destato preoccupazione è stata la mancata elezione di un questore del gruppo parlamentare che fa capo al PD.

E’ stato detto che rappresenta un grave vulnus per le minoranze parlamentari, che in questo modo non hanno alcuna rappresentanza nell’Ufficio di Presidenza, a livello di questori.

E’ una mezza verità perché è assolutamente vero che nell’Ufficio di Presidenza e particolarmente a livello di Vicepresidenza e di questori vi deve essere una rappresentanza delle minoranze e delle minoranze più qualificate. Read more →

Il Giano Multiforme della Terza Repubblica

in profstanco / by Gian Luca Conti
26/03/2018

1 – Il Giano multiforme della Terza Repubblica è il Presidente della Camera o quello del Senato.

Uno dei due, non si sa quale, ma sicuramente uno dei due.

L’elezione della Casellati e di Fico a presidenti di Senato e Camera dice una cosa sola: l’unica maggioranza di governo politicamente impossibile è quella fra Forza Italia e Cinque Stelle, sicché una delle due presidenze sarà all’opposizione, ma non si si può prevedere quale.

2 – L’idea che il Presidente di Camera e il Presidente del Senato siano strumenti per assicurare l’attuazione dell’indirizzo politico di maggioranza (Ferrara, 1965) è scomparsa con l’affermazione di una delle poche ma certe convenzioni costituzionali, quella per cui, nel periodo 1976 – 1994, la presidenza della Camera spettava al principale partito di opposizione e quella del Senato alle forze di governo.

In questo periodo, le due presidenze si sono bilanciate reciprocamente e l’una non ha potuto svolgere una funzione di opposizione mentre l’altra non ha potuto operare come instrumentum regni.

Soprattutto, fra i due poli del Presidente imparziale (il modello inglese) e del Presidente di maggioranza (il modello statunitense), si è potuto affermare un modello di garanzia, per certi versi affine al Capo dello Stato.

3 – Con l’avvento della seconda repubblica, si è affermata un’altra convenzione, per la quale il presidente della Camera (Casini, Bertinotti, Fini) apparteneva al secondo partito della coalizione che usciva vincitrice dalla competizione elettorale, mentre quello del Senato spettava alla prima, cui pure spettava il compito di promuovere la formazione del governo, in conformità al mandato ricevuto dagli elettori.

Questa convenzione è sfumata con il passaggio alla XVII° Legislatura, quando sono stati eletti Boldrini alla Camera e Grasso al Senato, perché non era più possibile individuare il vincitore della competizione elettorale nella coalizione che non aveva i numeri per superare il voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento.

La mancanza di una maggioranza autosufficiente ha spinto verso figure politiche non eccessivamente caratterizzate in termini politici: sia Grasso che la Boldrini erano al primo mandato parlamentare, così da assicurare uno svolgimento delle funzioni massimamente attento ai bisogni dell’autonomia parlamentare e lontano dall’indirizzo politico di maggioranza.

L’inesperienza dei due presidenti ha, infatti, premiato la neutrale imparzialità dei funzionari parlamentari e la loro capacità di mediare fra opposte tensioni politiche nella ricerca della soluzione regolamentare più opportuna.

4 – La Terza Repubblica nasce da un sistema elettorale che colloca il voto in tre schieramenti.

La presenza di tre schieramenti fa sì che non possano operare né la convenzione del 1976, che presupponeva una forza politica necessariamente all’opposizione per effetto della conventio ad excludendum né quella del 1994, che operava in un sistema maggioritario sebbene corretto in senso proporzionale.

Soprattutto la distribuzione dei seggi fra le diverse forze politiche determinata dall’attuale legge elettorale non permette di immaginare quale possa essere la coalizione di governo.

Permette solo di immaginare che ci possa essere un governo con il Movimento 5 stelle in alleanza con la Lega Nord, l’ipotesi che atterrisce Travaglio, ovvero una sorta di grande coalizione travestita da governo di solidarietà nazionale che unisce la coalizione di centro destra e quella di centro sinistra.

Nel primo caso, non è facile immaginare che Forza Italia possa aderire: rischierebbe di scomparire.

Nel secondo caso, l’oggetto dell’accordo di governo sarebbe l’esclusione del Movimento 5 stelle.

Queste riflessioni possono permettere di intravedere una nuova convenzione costituzionale in cui la presidenza delle camere viene assegnata alle due forze politiche che rischiano di essere escluse dalla coalizione di governo perché si escludono reciprocamente.

Una sorta di convenzione del 1976 con l’aggiunta che non si sa chi sarà escluso.

Il presidente dell’assemblea è da molti definito come una sorta di Giano Bifronte nel distinguere fra l’aspetto interno e quello esterno della sua funzione, ovvero fra neutralità e imparzialità, come ebbe a dire Violante, con una formula ripresa da Fini.

Adesso è un Giano che rischia di diventare un Gano.

5 – La nostalgia per l’Inghilterra viene essenzialmente dalle modalità di queste elezioni.

Fico appartiene alla fascia più movimentata e arrabbiata del suo movimento. E’ qualcosa di simile a un giacobino arrabbiato, mentre Di Maio assomiglia a un girondino. L’elezione del primo sembra un modo per compensarlo della forza acquisita dal secondo e impedire o ritardare una scissione che potrebbe deflagrare come una diaspora e segnare la fine del movimento.

Il profilo della Casellati è talmente vicino a quello di Berlusconi da far pensare che sia un modo per superare un dissidio interno alla coalizione premiando la parte meno avvantaggiata dagli accordi pre elettorali e dai loro possibili sviluppi.

Entrambi, insomma, non sembrano delle figure astrattamente adatte a svolgere la funzione di supreme magistrature del diritto parlamentare.

Di conseguenza, il ruolo delle strutture di supporto alle due presidenze sarà anche in questo caso decisivo e formidabile: nell’ultima metamorfosi di questa enigmatica maschera repubblicana, l’ombra ha più i contorni del segretario generale che non quelli del presidente.

Chi ha pestato la merda?

in News / by Gian Luca Conti
07/02/2014

de_gregorio

Nel dibattito di ieri in Senato sulla posizione autonomamente assunta dal Presidente Grasso circa la costituzione di parte civile nel processo sulla compravendita del senatore De Gregorio, spicca la dichiarazione di Divina (gruppo Lega Nord): Presidente, Lei ha pestato una merda ed è andato a cercarsela e la risposta di Grasso: Fa niente, porta fortuna…

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Il Senato o il Presidente del Senato?

in News / by Gian Luca Conti
06/02/2014

-

1 – Il Presidente del Senato ha deciso di costituirsi parte civile nel processo in cui si discute della compravendita di alcuni senatori.

Questo il comunicato:

Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di Presidenza, ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla c.d. “compravendita di senatori” che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli.

Il Presidente ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale “persona offesa” di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento. Read more →

Il semestre nero va verso l’uomo del destino?

in News, profstanco / by Gian Luca Conti
03/04/2013

1 – La crisi preparlamentare si sta avviando a un esito insolito.

Insolite sono state le consultazioni.

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Dead lock (Le opportunità dello stallo)

in News / by Gian Luca Conti
28/02/2013

Gli esiti elettorali possono, forse, adesso essere analizzati con maggiore calma.

Non tanto dal punto di vista politico, appare difficile azzardare previsioni con un Berlusconi che si muove verso un governo di larghe coalizioni, un Grillo che rifiuta di dare la fiducia a qualsiasi governo, se non, forse, ad un governo guidato da lui stesso, il che non pare probabile, un Bersani che viene messo sotto processo dai leader del suo stesso partito.

Ma, forse, dal punto di vista istituzionale, qualcosa si può dire, seguendo in ordine cronologico i diversi adempimenti che devono essere posti in essere dalla XVII Legislatura repubblicana.

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