-10 (giorni al referendum) e due tabelle (le Camere dopo il taglio)
Le ragioni del “SI” e del “NO” non sono contrapposte più di tanto, ma sono semplicemente espressione di un diverso modo di guardare alla Costituzione.
Quello che stupisce è vedere il popolo – apparentemente schierato in larghissima maggioranza per il taglio dei parlamentari – e le elites, assai più variegati nel loro giudizio su questa riforma, il che consente a chi l’ha promossa (a tutti coloro che l’hanno promossa) di vantare una forza politica e una capacità di rappresentanza forse eccessiva rispetto ai sondaggi.
Quello che è certo è che il taglio dei parlamentari ha bisogno di un seguito attivo da parte del Parlamento, sia in punto di adeguamento della legislazione elettorale che di modifica dei regolamenti parlamentari.
Entrambi adempimenti che postulano una maggioranza solida e coesa: le modifiche dei regolamenti parlamentari hanno bisogno della maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea che le approva e una legge elettorale suona come un “tutti a casa”, sicché i parlamentari di maggioranza tendono ad approvarla solo in prossimità della scadenza naturale della legislatura.
Il problema, però, il vero problema, è che gran parte dei membri dell’attuale legislatura sanno che nella prossima legislatura potrebbero non essere rieletti per l’effetto combinato della riduzione del numero dei parlamentari e dei sondaggi circa il consenso registrato dai partiti politici che li hanno accolti nelle loro liste.
Questa è la situazione alla Camera:
Camera | Gruppi 09/2020 | In % | Dopo il taglio | Sondaggi 09/2020 | Gruppi XIX | Delta |
Forza Italia Berlusconi Presidente | 97 | 15% | 61 | 6% | 23 | -74 |
Fratelli di Italia | 35 | 6% | 22 | 15% | 58 | 23 |
Italia Viva | 30 | 5% | 19 | 3% | 11 | -19 |
Lega | 125 | 20% | 78 | 27% | 108 | -17 |
Leu | 11 | 2% | 7 | 0 | -11 | |
M5S | 206 | 33% | 129 | 14% | 57 | -149 |
PD | 90 | 14% | 56 | 21% | 81 | -9 |
Misto | 36 | 6% | 23 | 15% | 57 | 21 |
630 | 1 | 394 | 394 | 337 | ||
Maggioranza (senza misto) | 307 | 138 | ||||
Maggioranza assoluta | 316 | -178 |
Forza Italia, per esempio, passerebbe da 97 componenti a 23, mentre il gruppo M5S da 206 a 57.
Le cose non cambiano al Senato:
Senato | Gruppi 09/2020 | In % | Dopo il taglio | Sondaggi 09/2020 | Gruppi XIX | Delta |
Forza Italia | 61 | 10% | 38 | 6% | 12 | -49 |
Fratelli di Italia | 18 | 3% | 11 | 15% | 29 | 11 |
Italia Viva – PSI | 17 | 3% | 11 | 3% | 5 | -12 |
Lega – Partito Sardo di Azione | 61 | 10% | 38 | 27% | 54 | -7 |
M5S | 97 | 15% | 61 | 14% | 28 | -69 |
PD | 35 | 6% | 22 | 21% | 40 | 5 |
Per le autonomie | 8 | 1% | 5 | 1% | 2 | -6 |
Misto | 21 | 3% | 13 | 14% | 26 | 5 |
318 | 1 | 199 | 196 | 170 | ||
0,625 | ||||||
Maggioranza (senza misto) | 157 | 76 | ||||
Maggioranza assoluta | 160 | -84 |
Il dato più significativo è il numero di parlamentari che l’attuale maggioranza andrà a perdere: 84, al Senato, e 178, alla Camera.
Sono tutti parlamentari necessari per l’approvazione delle riforme che dovranno fare necessariamente seguito alla riduzione dei parlamentari e, sicuramente, non gliene potrebbe fregare di meno, se così si può dire, ma temo che l’espressione sia assolutamente corretta.
In questa situazione, l’inerzia riformatrice diventa una questione di numeri e il compito di sistemare razionalmente e organicamente questa riforma spetterà alla XIX Legislatura, ovvero a una maggioranza molto probabilmente assai diversa dall’attuale e che potrebbe considerare l’attuale maggioranza con la stessa disinvoltura con cui è stata trattata nella XVIII Legislatura.