Chi ha pestato la merda?
Nel dibattito di ieri in Senato sulla posizione autonomamente assunta dal Presidente Grasso circa la costituzione di parte civile nel processo sulla compravendita del senatore De Gregorio, spicca la dichiarazione di Divina (gruppo Lega Nord): Presidente, Lei ha pestato una merda ed è andato a cercarsela e la risposta di Grasso: Fa niente, porta fortuna…
Spicca perché riassume il tono di un dibattito in cui la questione affrontata non era la corretta interpretazione dell’estendersi dell’autonomia del Senato nei confronti di un processo penale in cui proprio di questa autonomia costituzionale e del suo estendersi si discute ma il rispetto da parte del Presidente delle opinioni espresse nel Consiglio di Presidenza.
Si è già spiegato perché il Consiglio di Presidenza, esattamente come il Presidente, non potesse decidere della costituzione del Senato come parte civile, poiché questa decisione avrebbe dovuto essere adottata dall’Assemblea.
Con la decisione di costituirsi parte civile, il Senato, infatti, presta acquiescenza a una costruzione – assiologica prima che giuridica – della propria autonomia costituzionale che vale come rinuncia all’esercizio della sovranità popolare.
Dietro all’autonomia del Senato, infatti, vi è il principio per cui le assemblee elettive sono lo strumento per l’esercizio della sovranità popolare e siccome la sovranità popolare non conosce alcun potere al di sopra di sé il potere giudiziario non può conoscere del modo in cui la sovranità popolare si esprime.
E’ questa la costruzione nobilmente giacobina cui si accennava ieri spiegando perché in realtà la costituzione di parte civile nel processo napoletano vale come rinuncia a sollevare un conflitto fra poteri e di conseguenza avrebbe dovuto manifestarsi in una decisione dell’assemblea.
Ma è anche questa costruzione che è mancata del tutto nel dibattito di ieri, dominato dalla pretesa che il Presidente avesse il dovere “morale” di prendere atto delle posizioni espresse nel Consiglio di Presidenza dai suoi diciotto membri e dalla osservazione del Presidente Grasso che siccome il termine per la costituzione di parte civile era in scadenza e siccome questo termine è previsto a pena di decadenza, allora un “buon padre di famiglia” non poteva che decidere di costituirsi.
E’ un ragionamento che lascia in uno stato di inalterata penombra tutti i problemi sul tappeto.
Una penombra in cui la merda, se così si può dire, non l’ha pestata solo Grasso, ma l’intero Senato e questa popò è grossa almeno quanto De Gregorio.