Ilva Hangout – Call to the arms
Sono giorni che chiamano ad interrogarsi sull’essenza ed il valore della democrazia.
Lo si è fatto molto in queste pagine.
Lo chiedono gli accadimenti politici in corso, le torsioni della forma di governo evocate dalla crisi della rappresentanza che si è voluto chiamare democracy crunch, ma anche alcuni eventi, forse, un po’ più sotto traccia, ma nemmeno troppo.
Qual’è il valore di una sentenza penale di condanna se la stessa viene eseguita agli arresti domiciliari in una ricca villa di Milano e se si può evadere dagli arresti domiciliari venendo assolti? Nella vicenda Sallusti, il direttore del Giornale condannato ad una pena detentiva per diffamazione, che ha voluto provocare ulteriormente l’attenzione dell’opinione pubblica sul suo caso abbandonando platealmente gli arresti domiciliari, ciò che conta non è tanto l’assoluzione da parte del giudice per l’udienza preliminare che lo ha giudicato con rito abbreviato perché il Sallusti non è mai uscito dal raggio d’azione della polizia che lo stava sorvegliando (evado se cerco di scappare, non se cerco di essere arrestato per tentata evasione), ma la pretesa di convocare l’opinione pubblica (il tribunale dell’opinione pubblica, si sarebbe detto durante la rivoluzione francese) per far diventare ingiusta una condanna definitiva ed irrevocabile. Come se una condanna potesse non essere scontata solo perché non si è d’accordo con la decisione del giudice che, per definizione, scontenta almeno una delle parti del processo.
Ma questa pretesa di uscire dal perimetro di applicazione del principio di eguaglianza in senso formale, quel principio che ci vuole tutti eguali dinanzi alla legge e che violiamo quando il semaforo rosso forma una colonna ordinata di macchine che educatamente aspettano il loro turno, ma un bricconcello pretende di sorpassarle usando la corsia riservata ai mezzi pubblici, che è l’essenza della democrazia intesa in senso kelseniano, non è palesemente violata prima di tutto dallo stesso Stato che, da ultimo, con il d.l. 2 novembre 2012, n. 187 ha detto alla Società per lo Stretto di Messina che l’esecuzione degli accordi sottoscritti è rimessa ad un giudizio discrezionalmente unilaterale del CIPE?Qual’è il valore di una sentenza penale di condanna se la stessa viene eseguita agli arresti domiciliari in una ricca villa di Milano e se si può evadere dagli arresti domiciliari venendo assolti?
Anche quella vicenda è singolare: la Società per lo Stretto di Messina, qualunque sia il giudizio sulla utilità di questa opera che fu già tentata da Zio Paperone (Topolino 1401 della serie di Mondadori), ha stipulato un contratto con lo Stato e questo contratto prevede sia il prezzo per l’esecuzione dell’opera che il compenso nel caso di mancata esecuzione dell’opera, come è normale e d’uso per la finanza di progetto. Non solo questo contratto nasce da un precedente rapporto che fu oggetto di un contenzioso piuttosto vivace ed è stato l’occasione per superarlo. Lo Stato, tuttavia, con un decreto legge, ha ritenuto di superare l’accordo fra le parti e di novare completamente la disciplina negoziale pattuita per il caso di mancata realizzazione dell’opera prevedendo a titolo di indennizzo ed escluso il maggior danno un compenso pari alle spese di progetto più il 10% delle spese di progetto stesso.E’ questa l’Italia che chiede la fiducia dei mercati internazionali, cui si riferisce la motivazione dell’urgenza a provvedere nelle premesse del decreto legge? Un paese che sovrappone la forza della Gazzetta Ufficiale a quella dell’Ufficio del Registro, che usa la forza della rappresentanza per sopraffare il principio di autonomia negoziale?
Non sembra un comportamento molto diverso da quello di Sallusti, anche in questo caso, si hanno delle regole che non si condividono e si sceglie di obliterarle, di ignorararle, solo che il Governo può superare le regole che non gli piacciono con un decreto legge, anche se quelle regole sono contenute in un contratto che dovrebbe avere la stessa forza della legge. E’ questa l’Italia che chiede la fiducia dei mercati internazionali, cui si riferisce la motivazione dell’urgenza a provvedere nelle premesse del decreto legge? Un paese che sovrappone la forza della Gazzetta Ufficiale a quella dell’Ufficio del Registro, che usa la forza della rappresentanza per sopraffare il principio di autonomia negoziale?
Ma la vicenda più preoccupante, da questo punto di vista, che è quello del principio di legalità nel prima dell’eguaglianza e dell’eguaglianza come strumento di libertà, è l’affaire Ilva. Molto si può dire su questa vicenda. Vi sono dei giudici che utilizzano gli strumenti penali come mezzi di amministrazione del bene ambiente e vi è un governo che sfugge a questi magistrati usando, ancora, il decreto legge.
Tanto dietro al decreto legge che alle sentenze sull’affaire Ilva, vi è la tirannia dell’ambiente, inteso come valore che sfugge ad una esatta traduzione in chiave normativa, un valore, appunto, incapace di trasformarsi in precetto, perché inscindibilmente collegato alle coordinate assiologiche di chi ha l’autorità di darne un’interpretazione vincolante per il caso concreto.
Un tema complesso ed affascinante che fa da sfondo ad un esperimento di Jusbox.
La voglia di Jusbox è andare oltre ai modi in cui tradizionalmente siamo abituati a discutere dei temi che amiamo: le riviste ed i libri, utilizzando le risorse della rete, lo scrivere per post, invece che per articoli, l’usare keynote e prezi invece della lettera 22 o di word.
Adesso è arrivato il momento di tentare di andare oltre il modo tipico di discutere fra studiosi che è rappresentato dall’arena congressuale, anche se dispiace perdere la cena e gli altri momenti per incontrare persone che con il tempo ci sono diventate familiari, utilizzando hangout, ovvero una chat face to face to face to face, fino a dodici facce.
Hangout consente di registrare una videoconferenza e di rivederla.
Jusbox vuole utilizzare questo strumento per offrire uno spazio a chi vuole partecipare al dibattito.E’ arrivato il momento di tentare di andare oltre, utilizzando hangout, ovvero una chat face to face to face to face (12 face to face)
Saranno dibattiti brevi, con non molti invitati, cui possono partecipare:
- chi ha un interesse sincero per il tema;
- chi ha letto il materiale raccolto per l’occasione principalmente da Michele Massa.
Per chiedere di essere invitati basta un commento o una mail a jus@jusbox.net. Gli invitati riceveranno un invito per condividere il materiale raccolto.
Il primo hangout sarà sabato pomeriggio, se ci si arriva e ci si arriva avendo completato il tutto che manca e che non è poco.
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[…] seguito una scaletta di punti scritti non per asserire tesi (lo faremo, se mai, nel preannunciato hangout), né per riassumere i materiali (un appunto di sintesi potrà essere trasmesso a chi, tra i […]
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