Il Draghi della Gran Risa
1 – L’inizio della Gran Risa è un bivio.
Da una parte, la Gran Risa nera, che è un lungo brivido per sciatori esperti, dall’altra parte l’Alting, che è una pista non meno bella ma decisamente più semplice.
Anche il Presidente del Consiglio si trova dinanzi a un bivio e restare immobili fra il muro della Gran Risa e le cunette della Alting non è una scelta saggia.
Da una parte, può segnare una rottura rispetto a ogni tradizione e cercare di muoversi lungo la pista dell’autorevole imparzialità.
E’ il muro della Gran Risa.
Dall’altra parte, può lanciarsi molleggiato sulle cunette delle mediazioni fra forze politiche strenuamente antagoniste.
Sono le cunette della Alting.
2 – Una lettura malevola e spregiudicata della squadra di Governo fa immaginare un Presidente del Consiglio assai più indipendente di quanto non sia potuto apparire dalla lettura dei giornali.
In primo luogo, la scelta di Colao per la gestione del Recovery Plan è una soluzione di continuità molto forte rispetto a Conte e il segnale di una rotta nuova.
Nello stesso tempo, si muove la scelta della Binetti: il suo discorso al Senato, nel drammatico giorno dell’ultima fiducia al Conte bis, fu il più severo e attento. Non solo Italia Viva è entrata al Governo, ma lo ha fatto con il suo esponente che si era speso in sede parlamentare con maggiore forza polemica nei confronti di Conte.
Più delicata la scelta di Garofali, Presidente di Sezione al Consiglio di Stato, escluso dal primo Governo Conte con l’accusa di essere stato la “manina” di un emendamento pro Croce Rossa giustificabile con motivi inconfessabili. Questo è ciò che è chiaro da una piana lettura dei giornali. Però Garofali, secondo alcuni beninformati, sarebbe anche l’Autore di uno dei libri più interessanti del 2020: Io sono il potere, le confessioni di un capo di gabinetto. Un libro che spiega molto bene come nasce e si sviluppa il potere in Italia e quanto il potere è indipendente dal Parlamento e collegato piuttosto a un’opaca aristocrazia di alti magistrati, avvocati dello Stato e funzionari parlamentari.
Scegliere come proprio capo di gabinetto il capo di gabinetto par excellence è un messaggio chiaro nei confronti di chi lo sa leggere: il mio Governo sarà indipendente dalla politica perché è con me un tecnico capace di tenere fuori la politica dal Governo, di difendermi da ogni assalto dei partiti.
Non sarà facile per chi vuole parlare con Draghi superare Garofali e Garofali è uomo capace di gestire qualsiasi tipo di dossier senza mai apparire.
3 – Ma poi, oggi, o forse ieri, la notizia che le piste da sci non aprono più il 15 febbraio come era stato promesso anche se nessuno ci credeva.
La scelta è sicuramente condivisibile. Non si può pensare allo sci quando si deve pensare ai vaccini.
Però, un po’ come la chiusura dei ristoranti per San Valentino annunciata il giorno prima in Toscana, è il modo con cui questa decisione è maturata ed è stata comunicata che fa pensare.
Speranza è rimasto il Ministro della Salute e continua a gestire l’emergenza con decisioni che vengono adottate senza alcun preavviso sulla base di dati che non sono pubblici.
Il Conte bis ha cercato di sigillare la propria vitalità con questo meccanismo, ha soffocato ogni discussione con l’esistenza indubitabile di una emergenza straordinaria e la necessità di gestirla senza discussioni.
Se Draghi farà così, diventerà ostaggio dei partiti politici perché la gestione unilaterale delle crisi, come ha insegnato l’esperienza di Conte, isola il Capo del Governo e lo rende preda di facili ricatti.
Dispiace che sia stato questo il volto con cui Draghi si è presentato agli italiani nella prima decisione seria da adottare.
Sarebbe stato preferibile che prendesse la Gran Risa invece della Alting. Anche solo raccontando agli italiani che, a un giorno dall’apertura, non era possibile fare altrimenti ma che mai più si sarebbe aspettato l’ultimo giorno per comunicare una decisione.