Filippo non è Beppe
Filippo Nogarin è, per chi scrive, soprattutto un amico, ma è, credo per tutti, una persona di profonda onestà intellettuale e di grande levatura morale.
Questo, indipendentemente, dalle convinzioni politiche.
Il punto di vista di Filippo sulla fiducia per il Governo Draghi è ampiamente condivisibile. E’ un punto di vista animato da buona fede e preoccupato essenzialmente delle sorti della Repubblica.
Forse, ha una diversa consistenza la posizione di Beppe Grillo, l’iperleader del Movimento 5 Stelle.
E’ una posizione che è destinata a determinare una vera e propria rottura all’interno del Movimento, come ha prontamente segnalato Di Battista.
Nello stesso tempo, a essere realisti, non è detto che le due anime del Movimento 5 Stelle non possano riunirsi prontamente alla scadenza della Legislatura: l’Elevato non dovrebbe avere problemi a ritrovare l’unità.
Se è riuscito a giustificare l’adesione al progetto Draghi, può fare qualsiasi cosa.
La verità, una verità sottile e maligna, indegna di essere confessata, è che con Draghi le opposizioni scarseggiano. Rischia di esserci solo la Meloni. Ma se c’è solo la Meloni, una cascata di commissioni parlamentari e di organismi autorevolmente indipendenti devono essere affidati a Fratelli di Italia.
Un po’ troppo.
Meglio dividersi in due tronconi e partecipare a entrambe le mense che vengono apparecchiate dalla saggezza del Capo dello Stato.