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Archive for month: Maggio, 2009

Il diritto al nome

in News / by Gian Luca Conti
14/05/2009

studenti_stranieriNon si parla molto di una frazione normativa del disegno di legge in materia di sicurezza.
E’ una modifica banale.
Diabolicamente trasparente.
All’art. 6, secondo comma, del d.lgs. 281 del 1998.
Eccola:
"Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all’accesso a pubblici servizi, i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati."
Sono soppresse le parole in corsivo.
Significa che chi non possiede un permesso di soggiorno, non può accedere allo stato civile, sicché non può registrare i propri figli all’anagrafe, dando loro il nome che ha scelto ed il cognome cui hanno diritto.
Dal punto di vista regolamentare, significa anche che questo progetto di legge incide sui diritti di libertà in termini tali da consentire la richiesta di voto segreto ai sensi degli artt. 49 e 51, Reg. Camera.
Ed è questo che il Governo ha voluto impedire con la questione di fiducia.
Inutile osservare che lo scrutinio segreto salvaguarda il libero mandato parlamentare quando si toccano materie (come i diritti fondamentali dell’uomo) nelle quali la disciplina di partito non dovrebbe prevalere sulla libertà di coscienza, perché impedisce ai gruppi parlamentari di conoscere come hanno votato i loro membri.
Inutile osservarlo dal momento che il Presidente del Consiglio ha già avuto modo di dimostrare l’opinione che ha del Parlamento, senza alcuna eco significativa nella opinione pubblica.

Il Pinelli della Calabresi (E viceversa)

in News / by Gian Luca Conti
11/05/2009

gasparazzo
Napolitano ha invitato la vedova di Pinelli a celebrare il giorno della memoria con la vedova di Calabresi.
Un gesto umanamente importante.
Un gesto di riconciliazione.
Molto Mandela.
Anche troppo Mandela.
Voglia di essere polemici e di stigmatizzare la distanza fra i due.
Il primo, vittima innocente, ma proprio innocente, di una finestra dalle parti di via dei Giardini, in una Milano che non esiste più.
Il secondo, commissario integerrimo e vittima di un omicidio molto discusso.
Voglia di segnalare l’ingiustizia della memoria che non fa distinzioni.
Discorso molto Pasoliniano.
Inutile.
Probabilmente, l’aspetto su cui pensare è un altro.
Una equazione che non è certo stata ignorata dal Quirinale.
Celebrare Pinelli nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo significa riconoscere che anche lui è stato una vittima del terrorismo.
Che quella finestra della Questura di Milano è stata un’arma terroristica non meno della pistola che ha ucciso Calabresi o della bomba che in Piazza Fontana ha aperto la strategia della tensione.
Dire: "Questo ‘Giorno della Memoria’ offre l’occasione per accomunare nel rispetto e nell’omaggio che è loro dovuto i famigliari di tutte le vittime – come ha detto con nobili parole Gemma Calabresi – di una stagione di odio e di violenza. Rispetto ed omaggio dunque per la figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un’improvvisa, assurda fine" significa ammettere che Pinelli è stato una vittima di Stato.
Che in Italia vi è stato un terrorismo di Stato e che Giuseppe Pinelli ne è stato vittima.
E questo, ad oggi, non era ancora stato detto.
Tanto meno dal Capo dello Stato.

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