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Archive for month: Ottobre, 2008

Dignitas (Eutanasie svizzere)

in News / by Gian Luca Conti
20/10/2008

RugbyLa storia di Daniel James è di una tristezza lancinante.
Daniel James giocava a rugby nel Loughborough.
Giocava in mischia.
Esattamente al centro della mischia, perché era un tallonatore.
Durante un allenamento, la mischia è collassata su di lui, che è rimasto schiacciato sotto il peso degli altri avanti.
Il collo si è spezzato.
Per molti mesi, ha cercato di recuperare il recuperabile.
Ha iniziato a muovere leggermente le dita.
Con un dolore quasi insopportabile.
Non riusciva a trattenere i bisogni più elementari.
Non poteva mangiare da solo.
Parlava con difficoltà.
Ha cominciato a sentire come insopportabile una vita di questo genere.
Ha provato ad uccidersi.
Una volta, due volte, tre volte.
Senza mai riuscirci.
Le sue condizioni gli impedivano di uccidersi.
Ha chiesto ai genitori di aiutarlo.
Lo hanno aiuitato accompagnandolo in una clinica svizzera, dove è consentito praticare l’eutanasia e dove è morto.
Un funzionario dei servizi sociali ha ritenuto di riferire tutto questo alla polizia, che ha interrogato i genitori e passato la pratica al Public Prosecutor, che deciderà se vi è o non vi è materia per un processo.
I genitori hanno ammesso di avere aiutato il figlio a morire.
Con serenità.
Hanno chiesto solo silenzio.
Erano dispiaciuti del fatto che i loro figli più piccoli avessero appreso dai giornali che il fratello li aveva salutati sapendo che sarebbe morto.
Che li aveva salutati dopo avere deciso di morire.
La giurisprudenza inglese non condanna chi aiuta a morire un familiare.
Potrebbe farlo, ma pragmaticamente si trincera dietro un lack of evidence (non vi sono sufficenti elementi probatori per andare avanti verso una sentenza di condanna ragionevolmente certa) o una assenza di public interest (non vi sono ragioni per concentrarsi su un fatto come questo invece che su altri molto più pericolosi).
E’ un atteggiamento pragmatico ed ipocrita.
Si può chiedere ad un ragazzo che è abituato a combattere nel mezzo di una mischia di vivere dentro una prigione per il resto della sua vita?
Gli si può davvero chiedere di rinunciare a esercitare il suo diritto al suicidio solo perché è paralizzato?
Siamo lontani da Eluana Anglaro.
Daniel James era perfettamente cosciente e consapevole.
Ma non poteva eseguire i suoi pensieri.
Se avesse potuto, non avrebbe chiesto di morire.
In fondo, è l’unico diritto che non può essere sottratto neppure a un ergastolano o a un condannato a morte.
Ed il pianto dei suoi genitori merita di essere compreso e rispettato.

P.s.
L’immagine è stata copiata da: http://www.guinnesspremiership.com/254_9477.php
Su Mark James: http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/columnists/libby_purves/article4974332.ece

Discriminazioni positivamente orientate

in News / by Gian Luca Conti
16/10/2008

Che pare un modo per dire che distinguere fra il bagno dei maschi e il bagno delle femmine non e’ sbagliato.

Ed invece e’ la giustificazione della mozione che vorrebbe delle classi di sviluppo separato (in afrikaneer, apartheid) per gli stranieri che non superano un test di ammissione.

Scandalizza?

Si, scandalizza anche se nessuno vorrebbe che i suoi figli non imparassero le divisioni perche’ ci sono bimbi che hanno bisogno di apprendere l’italiano.

Anche se nessuno vuole che i suoi figli siano turbati dal disagio di una convivenza emarginata.

Etc.

Insomma, e’ uno stupore ipocrita, che non fa nulla per risolvere un problema molto piu’ grave.

Non si puo’ certo pensare che lanciare un bimbo nomade in una classe di bimbi normali, una classe di Piazza Savonarola, diciamo cosi’, sia un modo per integrarlo o per non discriminarlo.

E’ il vero modo per farlo scappare. Peggio forse anche della discriminazione positivamente orientata come la ignavia leghista chiama le affirmative actions.

Il silenzio dell’art. 74, Cost. (Napolitano alle prese con un difficile rinvio)

in News / by Gian Luca Conti
14/10/2008

NapolitanoIn questi giorni, gira un invito.
Si tratta di scrivere a Napolitano chiedendogli di non promulgare la riforma del maestro unico proposta dal Governo.
Pare che l’indirizzo di posta elettronica del Quirinale abbia ricevuto migliaia di messaggi.
Il dubbio è se Napolitano possa o meno rinviare alle Camere la deliberazione legislativa.
Può, ma forse non dovrebbe.
Per più ordini di ragioni.
La promulgazione di una deliberazione legislativa consiste della definitiva imputazione allo Stato della manifestazione di volontà parlamentare.
Il Presidente della Repubblica può chiedere alle Camere una nuova deliberazione.
In questo caso, per l’art. 74, Cost., la deliberazione legislativa cade nel nulla se non viene approvata dalle due camere a maggioranza assoluta.
L’art. 74 non specifica le ragioni per le quali il Presidente della Repubblica può rinviare una legge alle Camere.
La prassi più recente si è attestata in rinvii tecnici, collegati alla incostituzionalità delle deliberazioni legislative, ovvero alla loro imperfetta formulazione, e si è allontanata da rinvii politici, collegati al merito costituzionale trattato dalla proposta di legge.
Ciampi ha rinviato il disegno di legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo, con un messaggio molto tecnico, nel 2002; lo stesso ha fatto nel 2000, per una deliberazione legislativa in materia di organizzazione del personale sanitario; nel marzo 2002, in un caso di conversione di un decreto legge non caratterizzato dai requisiti di necessità e urgenza previsti dall’art. 77 e nel novembre 2002 per chiedere l’adozione di una salda dottrina delle fonti nei rapporti fra Stato e regioni.
Non ha rinviato né la legge sulle rogatorie internazionali, né la legge sul legittimo sospetto, né la legge che accordava l’immunità alle più alte cariche dello Stato, successivamente dichiarata incostituzionale con sentenza 24 del 2004.
Le ragioni della prudenza del Capo dello Stato stanno nella sua irresponsabilità politica.
Il Capo dello Stato non svolge una funzione propriamente politica.
Rappresenta l’unità dello Stato e la fedeltà alla Costituzione.
Un rinvio motivato da ragioni propriamente politiche sarebbe in contrasto con il suo ruolo.
Come è accaduto per Cossiga, quando – nel 1992, il 1 febbraio – ha rinviato alle Camere la riforma della obiezione di coscienza, con un messaggio molto discutibile, perché sovrapponeva il merito politico del Presidente alla sintesi politica operata dal Parlamento.
In realtà, le mail al Capo dello Stato sono pericolose.
Sono pericolose perché cercano di tirargli la giacca per farlo entrare in un agone politico che è pericoloso per la sua legittimazione e, quindi, per la stessa efficacia dei valori costituzionali.
Detto tutto questo, la riforma del maestro unico è, davvero, una porcata, se così si può dire.
Ma è in contrasto con valori e principi costituzionali, non con norme direttamente cogenti in termini tali da poter costituire un parametro saldo di un giudizio di costituzionalità.
E’ in contrasto con il diritto allo studio, con il valore della eguaglianza in senso sostanziale, con l’autonomia regionale in materia scolastica, con il diritto al lavoro dei genitori, etc.
Tutti valori che, purtroppo, sono ancora lontani dall’avere delle coordinate sicure – binding, per usare un lemma del lessico internazionalistico – nel processo costituzionale.

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